Quando dico ai miei allievi che ho realizzato un paio di progetti personali utilizzando Hipstamatic di iPhone, molti mi guardano sorpresi e moderatamente preoccupati. Credo pensino cose del tipo: “ma come, mi sono comprato la reflex per migliorare le mie foto e questo fotografa con un telefono!? Che storia è?”
La storia potrebbe partire da lontano, da gli anni cinquanta e soprattuto sessanta, quando le persone, fotografi e artisti compresi, scoprirono che bastava schiacciare un pulsante di una Polaroid per poter vedere materializzarsi una foto in pochi secondi.
Ma restando ai nostri tempi, il fotografo reportagista Michael Christopher Brown, che ha fatto anche parte dell'agenzia Magnum, è noto per produrre molti dei suoi lavori con un iPhone. Tra le sue collaborazioni, solo per citarne alcune, quelle con Time, The New York Times Magazine, National Geographic, oltre a libri come Libyan Sugar, vincitore di diversi premi internazionali.
Al Paris Photo si possono acquistare opere realizzate tramite smartphone e nel 2015
il Columbus Museum of Art ha inaugurato la più grande mostra di mobile photography mai organizzata da un museo, dal titolo Mobile Photo Now. Un riconoscimento forte che le buone fotografie possono essere prodotte anche con uno smartphone.
Come dire che se la fotografia è arte, lo è anche quella prodotta da un telefonino.
Sarebbe un errore ricondurre un successo di tale portata esclusivamente alla possibilità della condivisione sociale immediata. Fotografare con uno smartphone presenta diversi vantaggi: lo abbiamo sempre con noi, è piccolo e leggero, si fa notare meno di una reflex, tutte le nostre risorse sono impiegate negli elementi linguistici e nelle emozioni.
D’altra parte la fotografia nasce per circolare indipendentemente dall’apparecchio usato e la smart photography rappresenta un arricchimento per questa e non un impoverimento della disciplina come sostengono i “puristi”. È un mezzo che si aggiunge per lo stesso fine
che è la propria, personale, intima visione del mondo.
ciao, Mic
ph Michele Cantarelli da "Nei parchi di Perugia"
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